Aumento di capitale Banca Profilo - 2009

a cura di G.Borsi, ottobre 2009

L'offerta è di 29 azioni nuove ogni 25 azioni Banca Profilo possedute, a un prezzo di 0,20 euro, per un ammontare complessivo di circa 30 mln di euro (n. 148.807.120 azioni di nuova emissione).

L'aumento di capitale è finalizzato a rafforzare la struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo dopo le perdite conseguite nel bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2008, che aveva evidenziato una perdita di 79 mln di euro, portando il coefficiente patrimoniale di vigilanza al di sotto del livello minimo richiesto dalla Banca d'Italia per poter operare nell'attività bancaria (pag 22 del prospetto informativo).

Banca d'Italia già a gennaio 2009 ha richiesto una tempestiva ricapitalizzazione, in parte già attuata dall'azionista di riferimento Arepo, che in data 6 luglio 2009 ha sottoscritto ed eseguito un Aumento di Capitale Riservato garantito (senza diritto di opzione) mediante il versamento di 70 mln di euro (350 mln di azioni al prezzo di 0.20 euro), così da ripristinare i livelli dei coefficienti patrimoniali e di vigilanza richiesti da Banca d'Italia.

La Consob ha confermato alla Società (pag. 157 p.i.) che la sottoscrizione dell'Aumento di Capitale riservato nel contesto del piano di ristrutturazione non comporta per gli azionisti l'obbligo di promuovere un'offerta pubblica di acquisto; inoltre la società incaricata della revisione contabile della Banca ha espresso parere favorevole circa la congruità del prezzo di emissione delle azioni provenienti dall'aumento di capitale riservato (pag.158 p.i.).

L'Accordo di Investimento prevede tra l'altro che l’azionista di riferimento, arrivando a detenere oltre il 90% del capitale sociale della Banca, provveda entro 90 gg a ridurre la sua quota in uno dei seguenti modi:
- attraverso l'aumento di capitale offerto in opzione a tutti gli azionisti del gruppo, vale a dire rinunciando all'esercizio dei propri diritti di opzione per diluire la quota di partecipazione
- vendendo direttamente sul mercato l'eccedenza di azioni rispetto alla percentuale massima consentita (pag. 158 p.i.).

Di fatto oggi ci sono 128.282.000 azioni (pag. 178 e 179 p.i.) che valgono poco più di 1 euro (la società capitalizza 135 mln di euro); tra due settimane ci saranno invece quasi 500 mln di azioni in più (148 mln dall'aumento in opzione e 350 mln di azioni sottoscritte dall'azionista di riferimento, che sarà però venditore di diritti per poter ridurre la sua partecipazione a meno del 90%), ossia nelle casse della società entreranno 100 mln di euro (70 sono già stati versati da Arepo): l'equivalenza finanziaria dovrebbe quindi realizzarsi con una capitalizzazione post-aumento di 235 mln di euro divisi in oltre 628 mln di azioni.

Di seguito riporto una tabella con le parità matematiche del diritto da me calcolate:

PREZZO DEL DIRITTO
COSTO DELL'AZIONE
note
ZERO
0.200
-
0.290
0.450
-
0.319
0.475
-
0.348
0.500
-
0.377
0.525
-
0.406
0.550
-
0.435
0.575
-
0.4665
0.5985
Prezzi di riferimento Borsa Italia
0.493
0.625
-
0.522
0.650
-

Da questa tabella si evince come l'equivalenza finanziaria si avrebbe lunedì a un prezzo dell'azione ex. di circa 0.60 euro, ma se noi moltiplichiamo questo prezzo per il numero di azioni post-aumento (dobbiamo considerare anche le 350 mln di azioni riservate all'azionista di riferimento) si arriva a una capitalizzazione di oltre 360 mln di euro.

Diventa dunque estremamente difficile prevedere il prezzo futuro delle azioni, ma una cosa è certa: l'operazione così strutturata potrebbe risultare decisamente penalizante per l'azionista di minoranza.